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Laigueglia e il suo Patrimonio

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Bastione di Levante, o del Cavallo, unico rimanente dei tre torrioni sorti a difesa della città nel 1500. Foto Giovanni Hänninen
Rispetto ad altre località della Riviera, il borgo si è mantenuto compatto e abbastanza leggibile nei suoi essenziali valori costruttivi ed ambientali: anche se solo uno dei tre bastioni eretti nel Cinquecento è riuscito a sopravvivere. È singolare lo spicco mantenuto, sull’abitato, da una parrocchiale che risulta sorprendentemente ‘fuori scala’: una grande chiesa che, nella sua ambiziosa ricostruzione settecentesca, non si perita di intaccare il volume di un preesistente oratorio. La visita della parrocchiale si dovrà effettuare con una certa attenzione: alcuni elementi del suo arredo sono di reimpiego (in particolare, quattro grandi dipinti provengono da chiese genovesi chiuse al culto alla fine del Settecento). Non può non colpire, in chiesa,la presenza di un grande apparato effimero (l’ottocentesco Sepolcro istoriato messo a chiudere il braccio destro del transetto). Fortunato ritrovamento, e vera e propria riappropriazione da parte della comunità.
Se alcune dimore dell’aristocrazia locale si lasciano individuare per una certa rilevanza volumetrica, non è sempre facile intuire l’impatto decorativo di taluni interni: uno scalone di notevole qualità costruttiva, la raffinatezza rocaille degli stucchi di un salotto…
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Scene di Storia romana antica incorniciate da stucchi rocaille in un salotto di palazzo Musso Piantelli. Foto Giovanni Hänninen
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Domenico Piola, Estasi della Santa, oratorio di Santa Maria Maddalena, particolare. Foto Giovanni Hänninen
Anche il patrimonio delle cosiddette arti decorative, argenti liturgici e paramenti, è prevalentemente settecentesco, ma non mancano manufatti risalenti ad altre epoche. Nell’oratorio della Maddalena, lo sguardo corre subito alla pala dell’altare con l’Estasi della Santa, col rischio di sottovalutare la presenza degli stalli lignei dei confratelli che corrono lungo le pareti: un’opera pregevole d’intaglio seicentesco.
E nella parrocchiale, è quattrocentesca la scultura di un poderoso Crocifisso esposto in sacrestia; mentre la tela di tardo Ottocento con Cristo e la samaritana rimanda a un grande pittore laiguegliese, Benedetto Musso, un esponente della ‘Scuola dei Grigi’ nonché figlio di Giuseppe, l’artefice del Sepolcro istoriato che sta proprio lì di fronte.
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Un dettaglio del Sepolcro istoriato realizzato da Giuseppe Musso intorno al quarto decennio dell’Ottocento e riallestito (2014) nel transetto destro della Parrocchiale. Foto Giovanni Hänninen
La prossima attivazione, presso la Civica Biblioteca, di un centro di schedatura e ricerca di quegli stessi apparati effimeri è la riprova di un’attività culturale che a Laigueglia copre gli ambiti più diversi.

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